Feb 28, 2011

Nikos Deja Vu - Mussolini's dirty war - La sporca guerra di Mussolini - Ο βρώμικος πόλεμος του Μουσολίνι

LA GUERRA SPORCA DI MUSSOLINI

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E' una vergogna..

Leggo sull' Espresso del 6 Marzo l' inchiesta "esclusiva" sulla Campagna di Grecia e sugli eccidi del 1943.

La guerra sporca di Mussolini (documentario integrale, 2008)

Documentario sui crimini di guerra italiani durante l'occupazione della Grecia (1940-1943), con focus sulla strage di Domenikon, in Tessaglia, e riferimenti ad altri crimini compiuti dal Regio esercito in Jugoslavia e Africa. Regia di Giovanni Donfrancesco. Consulenza storica di Lidia Santarelli. Con la partecipazione di Stathis Psomiadis (nipote di uno dei trucidati di Domenikon) e alcuni superstiti del massacro, e interventi di storici come Filippo Focardi, Lutz Klinkhammer e altri, oltreché del sostituto procuratore militare Sergio Dini. Una coproduzione GA&A Productions e ERT, in associazione con Fox Channels Italy, RTI e Histoire e in collaborazione con la Radiotelevisione della Svizzera Italiana.

Grecia 1943: quei fascisti stile SS
di Enrico Arosio

Domenikon come Marzabotto. Oltre 150 uomini fucilati per rappresaglia. Ora un documentario alza il velo sulle stragi del nostro esercito. Occultate
I partigiani avevano fatto fuoco dalla collinetta, quando il convoglio aveva rallentato in curva, a un chilometro dal villaggio di Domenikon. Erano morti nove soldati italiani. Dunque i greci andavano puniti: non i partigiani, i civili. Domenikon andava distrutta. Per dare a tutti "una salutare lezione", come scrisse poi il generale Cesare Benelli, che comandava la divisione Pinerolo. "Qui al villaggio, prima, i soldati italiani venivano per un'ora o due, flirtavano con le donne, poi se ne andavano. A Elassona avevano fidanzate ufficiali. Erano dei dongiovanni", racconta un contadino davanti alla cinepresa. Prima, sì. Non il 16 febbraio 1943. Quel giorno gli italiani brava gente si trasformarono in bestie.

L'eccidio di Domenikon, la piccola Marzabotto di Tessaglia, è un crimine italiano dimenticato. In stile nazista, solo un po' meno scientifico. Fu il primo massacro di civili in Grecia durante l'occupazione, e stabilì un modello. Il primo pomeriggio gli uomini della Pinerolo circondarono il villaggio, rastrellarono la popolazione e fecero un primo raduno sulla piazza centrale. Poi dal cielo arrivarono i caccia col fascio littorio. Scesero bassi, rombando, scaricando le loro bombe incendiarie. Case, fienili, stalle bruciarono tra le urla delle donne, i muggiti lugubri delle vacche. Gli italiani gliel'avevano detto, raccontano i vecchi paesani: "Vi bruceremo tutti". Il maestro, che capiva la nostra lingua, avvertì: "Mamma. Ci ammazzano tutti".

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Molti non avevano mai visto un aereo. Al tramonto, raccontano i figli degli uccisi, le famiglie di Domenikon furono portate sulla curva dei partigiani. Dopo esser stati separati dalle donne, tra pianti e calci, tutti i maschi sopra i 14 anni, fu ordinato, sarebbero stati trasferiti a Larisa per interrogatori. Menzogna. All'una di notte del 17
gli italiani li fucilarono nel giro di un'ora, e i contadini dovettero ammassarli in fosse comuni. "Anche mio padre e i suoi tre fratelli", ricorda un vecchio rintracciato da Stathis Psomiadis, insegnante e figlio di una vittima che si è dedicato alla ricostruzione dell'eccidio, indicando la collina di lentischi e mirti. La notte e l'indomani i soldati della Pinerolo assassinarono per strada e per i campi pastori e paesani che si erano nascosti: fecero 150 morti.

È tutto ricostruito nel documentario 'La guerra sporca di Mussolini', diretto da Giovanni Donfrancesco e prodotto dalla GA&A Productions di Roma e dalla televisione greca Ert, che andrà in onda il 14 marzo su History Channel (canale 405 di Sky). La Rai si è disinteressata al progetto. Il film, che riapre una pagina odiosa dell'Italia fascista, si basa su ricerche recenti della storica Lidia Santarelli. La docente al Centre for European and Mediterranean Studies della New York University, parlando con 'L'espresso' di Domenikon e dei massacri italiani in Tessaglia, Epiro, Macedonia, li definisce "un buco nero nella storiografia". Che cosa sa il grande pubblico della campagna di Grecia di Mussolini? Ricorda il presidente Ciampi, le commosse rievocazioni della tragedia di Cefalonia, il generale Gandin e la divisione Acqui, le emozioni cinematografiche di 'Mediterraneo' e del 'Capitano Corelli', con gli italiani abbronzati, generosi, portati a fraternizzare. Una proposta di legge (Galante e altri) presentata alla Camera il 24 novembre 2006 per istituire una Giornata della memoria delle vittime del fascismo accenna all'eccidio di Domenikon; ma è un'eccezione.
 
Italiani brava gente? Per nulla."Domenikon", dichiara la Santarelli nel film, "fu il primo di una serie di episodi repressivi nella primavera-estate 1943. Il generale Carlo Geloso, comandante delle forze italiane di occupazione, emanò una circolare sulla lotta ai ribelli il cui principio cardine era la responsabilità collettiva. Per annientare il movimento partigiano andavano annientate le comunità locali".L'ordine si tradusse in rastrellamenti, fucilazioni, incendi, requisizione e distruzione di riserve alimentari. A Domenikon seguirono eccidi in Tessaglia e nella Grecia interna: 30 giorni dopo 60 civili fucilati a Tsaritsani. Poi a Domokos, Farsala, Oxinià.

Le autorità greche segnalarono stupri di massa. Azioni di cui praticamente non esistono immagini, memorie sepolte negli archivi militari. Il comando tedesco in Macedonia arrivò a protestare con gli italiani per il ripetersi delle violenze contro i civili. Nel film il diario del soldato Guido Zuliani racconta di rastrellamenti e torture. Il capo della polizia di Elassona, Nikolaos Bavaris, scrisse una lettera di denuncia ai comandi italiani e alla Croce rossa internazionale: "Vi vantate di essere il Paese più civile d'Europa, ma crimini come questi sono commessi solo da barbari". Fu internato, torturato, deportato in Italia. La figlia: "Un incubo".

Gli italiani imitarono i tedeschi, ma senza la loro tecnica. Nel campo di concentramento di Larisa, a nord di Volos dove nacque Giorgio de Chirico, furono fucilati per rappresaglia oltre mille prigionieri greci. Molti morirono, ricorda 'La guerra sporca di Mussolini', di fame, denutrizione, epidemie. Le brande con i materassi di foglie di granturco erano infestate dalle pulci. L'occupazione (sino al settembre '43 gli italiani amministrarono due terzi della Grecia, un terzo i tedeschi) si caratterizzò per le prevaricazioni continue ai danni di innocenti. La Tessaglia era il granaio greco. L'esercito italiano eseguiva confische, saccheggi, sequestri. Introdotta la valuta di occupazione, il mercato nero andò alle stelle. La razione di pane si ridusse a 30 grammi al giorno. Il film mostra abitanti di Atene morti di fame gettati come stracci agli angoli delle strade. "Nel solo inverno 1941", ricorda la professoressa Santarelli a 'L'espresso',"la carestia indotta dall'amministrazione italiana fece tra i 40 e i 50 mila morti. Nell'intero periodo morirono di fame e malattie tra i 200 e i 300 mila greci. Un altro capitolo poco studiato è la prostituzione: migliaia di donne prese per fame e reclutate in bordelli per soddisfare soldati e ufficiali italiani". Nel 1946 il ministero greco della Previdenza sociale, nel censire i danni di guerra, calcolò che 400 villaggi avevano subito distruzioni parziali o totali: 200 di questi causati da unità italiane e tedesche, 200 dai soli italiani.

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La Grecia rimossa ci costringe a riflettere. Come dice nel film lo storico Lutz Klinkhammer, il massimo studioso di atrocità tedesche in Italia: "La leggenda del bravo italiano non è completamente inventata. Ciò che è inventato è che tale immagine fosse l'aspetto dominante nell'occupazione di quei territori". I generali Geloso e Benelli altro non fecero che applicare le linee guida del generale Roatta in Jugoslavia, che teorizzò la strategia "testa per dente". Klinkhammer dichiara che le fucilazioni italiane in Slovenia, nella provincia di Lubiana, ebbero le stesse dimensioni delle fucilazioni tedesche in Alta Italia dopo l'8 settembre. Oltre 100 mila slavi transitarono per i campi di concentramento italiani in Jugoslavia. Nell'isola di Rab, di cui il film mostra cadaveri scheletrici, morì il 20 per cento dei prigionieri. Klinkhammer usa per l'esercito di Mussolini, ricordando i crimini in Etiopia e Cirenaica con l'impiego di gas contro i civili, il termine "programma di eliminazione". E se dopo il 1945 Badoglio e Graziani furono i primi due criminali di guerra elencati dalle autorità etiopi, per la Grecia e i Balcani furono sollevate analoghe richieste per i generali Roatta, Ambrosio, Robotti e Gambara.

A Londra la Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra ricevette una lista con più di1.500 segnalazioni di criminali di guerra italiani. Perché tutto andò insabbiato? Ecco un'altra rimozione nazionale. Nel 1946 era cambiato tutto: l'Europa spaccata in due tra Alleati e blocco sovietico. L'Italia di De Gasperi rientrava nella strategia di compattamento occidentale contro Stalin. Il nostro governo rifiutò la consegna dei responsabili di atrocità alla Grecia. Mentre De Gasperi istituiva una commissione d'inchiesta, chiedeva a Washington di temporeggiare. Stessa richiesta da Lord Halifax per il governo britannico, pur vicino alla Grecia, dove infuriava la guerra civile tra monarchici e comunisti. In breve: l'Italia rinunciò a chiedere estradizione e processo per i criminali nazisti (ricordate 'l'armadio della vergogna'), la Grecia fece lo stesso con l'Italia. La Guerra fredda fu la pietra tombale sulle richieste di giustizia.

Domenikon oggi e un paesino circondato dalla macchia, da ginepri, cardi e rosmarini. I tramonti lo tingono di rosa come nel 1943. I patrioti come Stathis Psomiadis hanno cercato di sollevare il velo dell'oblio, e questo documentario e un tributo agli innocenti. La realta pero e amara. Domenikon, riconosciuta citta martire nel 1998, non e diventata memoria collettiva, come da noi Marzabotto. Molti greci non conoscono queste vicende. Perche gia nel 1948, con la rinuncia del governo a chiedere l'estradizione dei criminali italiani, la questione si chiuse. I processi non furono mai istruiti. Anni dopo anche il Tribunale di Larisa archivio il caso. E di Domenikon resta la memoria di pochi, gente semplice, poco mediatica, come si dice oggi. E un tramonto rosa malinconico. Sopra il villaggio, sopra la giustizia e la storia.-----(28 febbraio 2008)

Domenikon 2011
Commemorazione Strage Italiana del 1943 in Grecia
 Δομενικο Η Σφαγη της 28/2/1943
(στα Ελληνικά - in Greco)

Storia d'Italia...
Da Mussolini a Berlusconi...

La Rai da sempre "caricatura d'azienda", censura ignobilmente un documento culturale, frammenti di storia, testimonianze di guerra che sono e rimarranno l'indelebile cicatrice morale del fascismo. Non è più tollerabile spendere milioni di euro per gossip, talk show e San Remo, e decidere se qualcosa possa essere visto o meno!

Occorre ricordare, anche quando il peso della storia non ci onora! Davanti ai crimini di guerra Italiani in Grecia ognuno apra la propria coscienza, è un dovere sacrosanto che tutti sappiano, che tutti ricordino la guerra con amarezza.

Censurare il film "La guerra sporca di Mussolini" di Giovanni Donfrancesco è traviamento mentale poichè ciò che la guerra ha dissacrato è vivo in coloro che l'hanno vissuta e per tutto quello che i loro occhi hanno visto e tutti gli orrori che hanno subito. Spero che ai "piani alti del Palazzo", ci sia qualcuno illuminato di pace e libertà che possa fare qualcosa perchè la RAI proponga il film: per i giovani, per insegnare loro quanto male ha fatto quella storia che essi studiano sulle noiose pagine dei libri scolastici....

Impariamo a conservare la libertà: è un bene troppo prezioso. Il suo abuso è il veleno più potente per ucciderla e soffocarla.

L'Espresso

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Nikos Deja Vu
http://n1999k.blogspot.com

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